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domenica 4 dicembre 2011

CONAI: riciclo record nel 2010

In occasione dell'apertura di Ecomondo, CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, presenta i dati sulla raccolta del 2010, dimostrando come il successo del riciclaggio possa diventare motore dell'economia e della tutela ambientale.

Nel 2010 il riciclo complessivo (riciclo + recupero energetico) degli imballaggi in alluminio, acciaio, carta, legno, plastica e vetro ha raggiunto la percentuale di 74,9% rispetto a quanto immesso sul mercato, per un totale di 8,3 milioni di tonnellate di imballaggi sugli 11,2 milioni immessi; anche per quanto riguarda il solo dato di riciclo dei rifiuti di imballaggio, pari a 64,8% ,viene confermato il superamento degli obiettivi previsti dalla normativa europea e da quella italiana. In pratica significa che 3 imballaggi su 4 sono stati avviati al recupero permettendo di risparmiare nella produzione di nuovi imballaggi e nella conseguente produzione di anidride carbonica: si stima che nel 2010 i benefici economici netti ottenuti in termici economici, ambientali e sociali siano stati di 1,3 miliardi di euro e che si sia evitata l'emissione nell'atmosfera di ben 63,3 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre il riciclaggio degli imballaggi ha permesso di diminuire enormemente l'afflusso in discarica, evitando di costruirne di nuove.

DATI RICICLO 2010
Le previsioni per l'anno 2011 sono quindi rosee: si auspica al raggiungimento del 74,9% del recupero rispetto al 72,9% del 2009, che equivarrebbe al riciclo totale di 8,5 tonnellate, e ad un beneficio economico di 1,4 miliardi di euro.
Oltre all'obiettivo primario della tutela ambientale troviamo nel riciclaggio un beneficio economico significativo: dal 1999 al 2011 i dati complessivi del beneficio economico per il nostro paese proveniente dal riciclo degli imballaggi sono pari a 10,5 miliardi di euro. Il sistema Conai ha inoltre generato quasi 90mila occupati (dato 2009) dimostrando come questo settore, nonostante la crisi economica in atto, posso rappresentare un nuovo motore per lo sviluppo dell'industria del riciclo e dell'occupazione e una risorsa per l'ambiente nel nostro paese; il riciclo in Italia oggi conta circa 3700 aziende di raccolta e gestione dei servizi di igiene urbana, 3600 centri di selezione e trattamento dei rifiuti e 170 impianti di riciclo.

GESTIONE DEI RIFIUTI 
Il Conai per quanto riguarda il futuro punta quindi a potenziare ulteriormente la raccolta differenziata promuovendone la qualità per aumentare la quantità di materiale recuperato, ma allo stesso tempo di prevenire l'impatto ambientale degli imballaggi promuovendo attività di sensibilizzazione. A lungo termine il nostro paese dovrà anche affrontare i nuovi obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sui rifiuti del 2008 sul riciclo nei materiali entro il 2020; il sistema di gestione degli imballaggi realizzato in Italia potrebbe rappresentare un utile modello di riferimento per gli altri paesi europei.

Biorobot Refrigerator

Progettato da un giovane russo, Yuri Dmitriev, classificatosi al secondo posto all'Electrolux Design Lab 2010, il Biorobot Refrigerator è il prototipo di un frigorifero di nuova generazione; 4 volte più piccolo di un frigorifero normale, la sua caratteristica principale è quella di non necessitare dell'approvvigionamento energetico mostrando quindi grandi doti ecologiche.

La struttura consiste in una grande "cornice" profonda contenente un gel di colore verde dove verranno inseriti i cibi, gli alimenti infatti non si ripongono sugli scaffali ma sono avvolti dal gel ognuno nel proprio bacello; il raffreddamento avviene proprio grazie a questo speciale gel detto Biopolymer, inodore e non appicicoso, che assorbe il calore dai cibi mantenendoli alla temperatura ottimale. Il processo fisico che permette il funzionamento di questo speciale frigo si chiama Luminescenza; consiste appunto nell'assorbimento del calore dai cibi, sotto forma di raggi infrarossi, da parte di una colonia di biorobot meccanici contenuti nel gel, che poi lo irradiano all'esterno sotto forma di raggi di lunghezza d'onda diversa.

Per quanto riguarda gli aspetti pratici questo speciale gel non sporca nè lascia residui, ha straordinarie capacità espandersi e cambiare forma per accogliere i cibi; inoltre è un ottimo isolante, per questo motivo non è necessaria la porta che invece in un normale frigo condiziona molto il consumo di energia, basti pensare che ogni volta che apriamo la porta poi il frigo lavora per ripristinare la temperatura ideale.
Naturalmente il prototipo non è in produzione e forse mai lo sarà ma è sempre un passo avanti verso una generazione di elettrodomestici a consumo energetico basso o addirittura nullo.

domenica 6 novembre 2011

Smart Forvision

Presentata all'ultimo salone di Francoforte, questa concept anticipa le soluzioni tecniche e stilistiche della terza generazione di Smart Fortwo: si chiama Smart Forvision, è elettrica al 100% ed è stata realizzata in collaborazione con BASF, nota azienda del settore chimico che ha creato le componenti in plastiche speciali.


La prima novità di questa Smart sta nel nuovo tetto dotato di aperture trasparenti esagonali che lasciano passare la luce ma allo stesso tempo producono energia come dei pannelli solari; si tratta infatti di celle composte da un particolare colorante chimico che si attiva coi raggi solari e permette di produrre energia a sufficienza per attivare i componenti multimediali e tre ventilatori posti nell'abitacolo così, quando l'auto si trova ferma sotto il sole, il sistema di aerazione funziona grazie al fotovoltaico.
Inoltre aprendo le porte o con un pulsante queste celle, dette OLED (diodi luminosi organici), si accendono illuminando l'abitacolo e consumano meno della metà rispetto alle lampadine a basso consumo energetico.

La Forvision ha nuovi cerchi in materiale plastico, contenenti fibre di rinforzo, che pesano solo 3kg; la cellula di sicurezza tridion e le porte sono fatte di resina epossidica rinforzata con fibre di carbonio, tutto questo permette di ridurre il peso del 50% rispetto all'acciaio e del 30% rispetto all'alluminio.
Anche i sedili sono innovativi: fatti di un guscio in materiale sintetico autoportante e rivestiti di tessuti elettronici che sostituiscono il sistema di riscaldamento dei sedili grazie alla conduzione.
 BASF poi aggiunge una pellicola innovativa che riflette i raggi infrarossi e che protegge parabrezza e finestrini dal sole contribuendo a creare un clima piacevole all'interno dell'abitacolo; i materiali espansi inseriti nei pannelli della carrozzeria mantengono la vettura fresca d'estate e calda d'inverno isolandola dal freddo.

L'obiettivo di questa autovettura è quindi quello di risparmiare energia, grazie ai pannelli solari e alla diminuzione di peso offerta dai materiali innovativi, allo scopo di aumentarne l'autonomia fino al 20%; l'autonomia, oltre ai prezzi ancora proibitivi, è infatti il problema che ritarda il successo di queste vetture sul mercato.

venerdì 4 novembre 2011

RIFIUTI: la raccolta pneumatica

Dal 15 ottobre in Francia quattro quartieri della cittadina di Romainville  hanno detto addio ai classici cassonetti per la raccolta dei rifiuti, ora sostituiti da più di cento colonne grigie; si tratta della raccolta dei rifiuti ad aspirazione pneumatica, una soluzione radicale ma molto efficace già utilizzata in molte città del nord europa: a Stoccolma esiste dal 1971 e a Barcellona dal 1982.

I cittadini al posto dei cassonetti trovano queste colonne disposte a coppie dove in una si getta l'umido e nell'altra  i materiali riciclabili, i rifiuti vengono stoccati all'interno di queste colonne per circa 12 ore e poi vengono aspirati pneumaticamente sotto terra da dei grossi tubi situati alla profondità di circa 2m che trasportano i rifiuti alla velocità di 70 km/h per qualche km fino al punto di raccolta; qui i rifiuti vengono compattati tramite vuoto pneumatico in container di grandi dimensioni che verranno poi trasportati alla destinazione finale (riciclaggio,compostaggio). Questo processo avviene completamente in automatico, l'intero sistema è infatti gestito da un software che ne verifica lo stato di carico e comunica con la centrale di controllo; il processo è quindi silenzioso, inodore e non necessita della mobilitazione di mezzi di trasporto pesanti e inquinanti.


Per i cittadini francesi non c'è stato alcun aumento della tassa di rifiuti, anzi si prevede che risparmieranno circa 120 euro l'anno; il costo dell'operazione è stato di 10,8 milioni di euro di cui solo 2,8 a carico dei cittadini grazie agli incentivi statali. Considerando i costi aggiuntivi della costruzione dell'impianto in zone già costruite, in una qualsiasi città italiana l'impianto si ripagherebbe con la sola tassa dei rifiuti, perché mediamente raccogliere una tonnellata di rifiuti col sistema tradizionale costa 100 euro mentre con quello pneumatico sol 60!

Un solo impianto pneumatico può servire un bacino di utenza di 25mila abitanti ed inoltre migliora il senso di responsabilità dei cittadini verso la raccolta differenziata: la presenza delle colonnine dà l'impressione che la differenziazione sia definitiva e ciò determina un elevato grado di qualità della raccolta.
Oltre ai vantaggi economici ci sono sicuramente quelli ambientali: l'assenza dei camion per la raccolta significa meno emissioni di CO2 nell'atmosfera, e un miglioramento della raccolta differenziata significa più riciclo e meno rifiuti nelle discariche. Solo vantaggi quindi da queste colonnine colorate che a differenza dei cassonetti migliorano anche l'immagine dei nostri quartieri.

venerdì 5 agosto 2011

Novità nucleare: E-CAT e la fusione fredda

ANDREA ROSSI E SERGIO FOCARDI
Mentre in tutto il mondo ci si sta allontanando dal nucleare per cercare fonti di energia più sicure, un team di ricercatori italiani, guidati dal fisico Sergio Foccardi e dall'imprenditore Andrea Rossi, ripesca un vecchio progetto basato sulla fusione fredda che garantirebbe una grande produzione di energia senza scorie nè radiazioni.
La storia della fusione fredda inizia nel 1989 : i chimici Martin Fleischmann e Stanley Pons con una provetta contenente due elettrodi e acqua "pesante", nella quale l'Idrogeno è sostituito da un isotopo chiamato Deuterio, dimostrarono che fornendo un po' di elettricità nella provetta iniziava una reazione che era in grado di restituire fino a 5 volte volte l'energia immessa. Questo accade perchè non si trattava di una reazione chimica ma di una fusione nucleare, nel senso che i nuclei degli elementi si fondono tra loro liberando energia. Si tratta di un processo completamente diverso da quello che si verifica oggi nella centrali nucleari, chiamato fissione nucleare: l'energia si ottiene dalla rottura degli atomi o meglio dalla separazione di un nucleo in due nuclei. La fusione fredda sembrava quindi la via per liberarsi definitivamente dal petrolio, ma l'esperimento riusciva a volte si e a volte no, così i due ricercatori persero credibilità e il progetto venne abbandonato.
Alcuni ricercatori come gli italiani dell'Enea di Frascati hanno però continuato a studiare questo fenomeno arrivando a scoprirne alcune importanti caratteristiche come le condizioni in cui si verifica, per poterlo quindi riprodurre agevolmente; da questi primi passi poi la squadra di Sergio Focardi in tre anni ha messo a punto una piccola centrale atomica battezzata "E-CAT" che sta per "EnergyCatalizer" poi ribattezzata "Hyperion"; consiste in un dispositivo da 1 MW che ora l'imprenditore Rossi sta costruendo negli Usa per poi immetterlo nel mercato.

IPOTETICO SCHEMA DI FUNZIONAMENTO
Ma come funziona? Si tratta di un contenitore di acciaio di 50cc in cui viene posta polvere di nichel, idrogeno in pressione e un catalizzatore; il contenitore è a sua volta contenuto in un tubo in cui viene fatta cirolare acqua. All'accensione la corrente arriva all'apparecchio e dà inizio alla fusione fredda, l'acqua si scalda e va in ebollizione; l'energia può essere quindi ottenuta sotto forma di calore, oppure grazie al vapore e ad una turbina sotto forma di energia elettrica. Questa volta però l'energia prodotta secondo Focardi non è più 4-5 volte quella immessa, ma addirittura centinaia di volte maggiore. Per quanto riguarda i materiali utilizzati, idrogeno e nichel si trovano in abbondanza sul nostro pianeta e il prodotto della fusione fredda è il rame, un materiale pregiato, quindi non più pericolose scorie radioattive da sepellire da qualche parte; essendo una reazione nucleare produce delle radiazioni, radiazioni gamma però che in questo caso sono così deboli da poter essere contenute da un involucro di piombo.

MODELLO CHE SARA' IMMESSO SUL MERCATO
Ci sono però alcuni dubbi che rendono il mondo scientifico scettico riguardo al progetto: l'esperimento non è stato ancora pubblicato su nessuna rivista scientifica e poi c'è il fatto che la reazione avviene grazie ad uno speciale catalizzatore la cui formula viene tenuta gelosamente segreta. Nonostante questo, mentre l'Italia si discosta, alcuni paesi come Usa e Svezia sembrano molto interessati al progetto; il prototipo verrà presentato in Ottobre a Bologna per poi essere immesso nel mercato.
Ma aspettando la verifica del progetto c'è chi già pensa ad applicazioni interessanti: la Grecia, uno dei massimi produttori di nichel, appoggerebbe la Defkalion Green Tecnologies nella produzione di queste centrali; per il momento stanno lavorando a due tipi di centrali: una con potenza compresa tra i 5 e 30 kW, per soddisfare il fabbisono di alcuni appartamenti, e poi una da 1-3 MW, che alimenterebbe un paese di 1000 famiglie. L'imprenditore Rossi assicura che una centrale dovrebbe costare circa 2000 dollari al kW per la costruzione e 1 centesimo al kWh per la produzione di energia.
Se i primi E-CAT a ottobre manterranno le promesse avremmo a nostra disposizione una nuova fonte di energia sempre utilizzabile, di dimensioni contenute, che non produce nè gas serra nè radiazioni pericolose..un enorme passo avanti.

Fonti: Focus n. 226, Agosto 2011

mercoledì 20 luglio 2011

Energia dalle maree

DEEP GREEN, PROGETTO INGLESE
Oltre alle fonti rinnovabili classiche, quali solare ed eolico, ne esiste un'altra di cui si sente parlare meno: il mare. Le energie presenti nel mare, come quella delle correnti, delle onde, delle maree, delle correnti di marea e del gradiente termico tra superficie e fondali, possono essere tutte sfruttate. Il mare rappresenta dunque oggi, una delle più promettenti fonti di energia alternativa, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di centinaia di migliaia di abitazioni in tutto il mondo. I sistemi che permettono di catturare il moto del mare e quello dei fiumi sono studiati e progettati un po' ovunque ma è la Gran Bretagna il paese più avanti su questo versante, con sperimentazioni assai interessanti nel Mare del Nord; impianti di questo tipo, però si trovano anche in Francia, in Norvegia, in Giappone, negli Stati Uniti e in Canada.

Ma l'Italia non è da meno in quanto a brevetti interessanti per questa nuova fonte energetica, dato che il nostro paese è circondato da più di 8000 km di costa sfruttabili per l'installazione di questi impianti. L'oceanologo Marco Marcelli, fondatore del Laboratory of Experimental Oceanology and Marine Ecology e docente all’Università della Tuscia, spiega che il potere energetico questa immensa fonte che ci circonda equivale a 6 centrali nucleari di quelle che si sarebbero dovute costruire in italia.
L’Unione Europea ha concluso uno studio che identifica circa 100 siti papabili ad essere utilizzati nella produzione di energia elettrica dalle correnti marine. In Italia lo stretto di Messina è il sito identificato tra i più promettenti, in quanto offre le condizioni ideali per la messa in opera dell’impianto, essendo l’unico posto con una velocità massima di sei nodi, pari a circa 11km/h.

SEA POWER

I primi test sperimentali sono stati fatti proprio in Italia nel periodo 1998-2003, quando un team di ingegneri napoletani sviluppò il primo sistema: la turbina marina Kobold, che fu installata nello Stretto. Dopo anni di studio ed esperimenti, il gruppo di ricerca ha fatto notevoli progressi tanto che ha realizzato un secondo progetto il sistema Sea Power, coperto da brevetto internazionale. Il Sea Power è composto da una struttura galleggiante (portone o nave) e da varie turbine ad asse orizzontale sommerse posizionate ad intervalli regolari lungo filari che hanno il compito di albero di trasmissione del moto. I generatori elettrici sono situati a bordo della struttura galleggiante, a propria volta ancorata al fondale, permettendo all’intero sistema di allinearsi a seconda della direzione della corrente.


REWEC 3

Ma lo stretto non è l'unico punto utile per utilizzare questa tecnologia; nel Mar Tirreno e precisamente a Formia verrà prossimamente installato il sistema Rewec 3, progettato e realizzato dal Natural Ocean Engineering Laboratory (Noel), dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Si tratta di un dispositivo che si innesta all’interno di una normale diga foranea e sfrutta l’energia delle onde attraverso un sistema di camere che comprimono o espandono l’aria in esse contenute per effetto del moto ondoso e quindi fanno azionare delle turbine che, a loro volta, producono energia elettrica.

POTENZA DEL MOTO ONDOSO IN ITALIA
Il mare di Sardegna invece è quello con il maggiore potenziale energetico fra i mari italiani; sulla costa occidentale sarda, ad Alghero, è stato installato in prova il sistema ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), progettato dal Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Torino. Questo è un dispositivo di tipo galleggiante che utilizza l’inclinazione del fianco dell’onda per produrre energia elettrica; l’onda che lo investe induce un moto di beccheggio che crea una oscillazione da cui un generatore elettrico estrae energia. Il parametro più rilevante del Mar Mediterraneo e dei mari chiusi non è l’altezza dell’onda, ma la frequenza delle onde, e il sistema ISWEC sfrutta appunto questo aspetto, riuscendo ad estrarre energia dal moto ondoso in modo proporzionale al quadrato della frequenza delle onde incidenti. Attualmente, il sistema è in prova in tre località: oltre ad Alghero, appunto, anche a La Spezia e Pantelleria, ed è riuscito a fornire una media di 2600 Megawattora all’anno.

Maggiori info:
www.marescienza.it
Fonti: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/26/rinnovabili-la-sfida-per-produrre-energia-dal-mare/125285/

Solar Challenge 2011

Domenica 31 Luglio si correrà la gara del Lago Grande di Avigliana dedicata a tutte le imbarcazioni fotovoltaiche, imbarcazioni cioè che disporranno solo del potere dei pannelli fotovoltaici per il loro movimento.

Potranno partecipare a questa competizione istituti di ricerca, università, industrie, associazioni e privati che possiedano un'imbarcazione dotata di motore elettrico e di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia, non sono permesse pale eoliche o altri sistemi di produzione.
Si terrà poi una seconda gara il 7 Agosto sul Lago Maggiore.

Questa iniziativa nasce a livello europeo per diffondere l'uso consapevole delle risorse energetiche; la Commissione Europea infatti indica come obiettivo quello di raggiungere entro il 2020 il 20% di produzione da fonti rinnovabili e di ridurre del 20% le emissioni di CO2 in atmosfera.

Per maggiori info: http://www.ecowiki.it/solarchallenge

sabato 2 luglio 2011

PREPARIAMOCI di Luca Mercalli

Vi consiglio un bel libro per l'estate, ecco di cosa parla:


"VOGLIO AZIONI CONCRETE. NON SERVE ESSERE CONVINTI DI MUOVERSI NELLA DIREZIONE GIUSTA, NÉ DESIDERARE CIÒ CHE È GIUSTO. QUEL CHE CONTA È FARE CIÒ CHE È GIUSTO."
Reinhold Messner, 2011

"MI INTERESSA MOLTO IL FUTURO: È LÌ CHE PASSERÒ IL RESTO DELLA MIA VITA."
Groucho Marx

Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici disinformati o in conflitto d'interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare.
L'autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la capacità di affrontare serenamente un futuro più incerto, e indica il PROGRAMMA POLITICO che voterebbe. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane e economiche (dal consumo d'acqua, ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall'orto all'impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.

Luca Mercalli, torinese, presiede la Società meteorologica italiana e dirige la rivista "Nimbus". Ospite fisso della trasmissione Rai3 "Che tempo che fa", cura per "La Stampa" la rubrica di meteorologia e clima. Tra i suoi ultimi libri: FILOSOFIA DELLE NUVOLE (Rizzoli 2008), CHE TEMPO CHE FARÀ (Rizzoli 2009), VIAGGI NEL TEMPO CHE FA (Einaudi 2010).
 
Tratto dalla Quarta di copertina del libro "Prepariamoci" di Luca Mercalli
Potete trovarlo su: http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/prepariamoci-9.php

sabato 28 maggio 2011

PHYSALIA: la nave che purifica l'acqua


Prende il nome da una grande medusa, Physalia appunto, questo nuovo progetto futuristico dello studio di architettura di Vincent Callebaut; più che di una nave si tratta di un giardino galleggiante, completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, il cui scopo è quello di trovare una soluzione alla sempre più ampia necessità di acqua potabile. Sono oltre un miliardo le persone sul nostro pianeta che non hanno accesso all'acqua potabile, e oltre 3.000 di esse muoiono ogni giorno a causa dei problemi idrici.

Physalia è stata progettata per navigare nei fiumi europei maggiormente inquinati come il Danubio, il Volga, il Reno, il Guadalquivir per poi arrivare anche fino all’'Eufrate e al Tigri. Durante la navigazione assorbirà CO2 e inquinanti chimici grazie ad una rete idraulica che percorre la sua superficie e le consente di  filtrare l'acqua del fiume, inoltre è dotata di un sistema di purificazione dagli inquinati biologici posto sul tetto. La struttura di Physalia è realizzata interamente in acciaio rivestito in alluminio, che a sua volta è ricoperto da uno strato di anatasio, una delle forme minerali dell'ossido di titanio (TiO2) che purifica l'acqua attraverso un meccanismo di catalisi chimica attivata  dai raggi ultravioletti.

Questa nave è stata progettata con un'architettura a zero emissioni di anidride carbonica, ed è essa stessa un impianto di energia rinnovabile; è in grado di generare più energia di quanta ne consuma. Il tetto della nave è dotato di celle fotovoltaiche e sotto dello scafo si trovano delle idro-turbine che trasformano l'energia del moto ondoso del fiume in energia idroelettrica.

Nemmeno all'interno poteva essere un'imbarcazione tradizionale, Physalia contiene infatti quattro giardini che rappresentano i quattro elementi della terra: il Giardino dell’Acqua all'ingresso, sovrastato da un tetto di vetro; poi al centro della nave si trova il Giardino della Terra, dedicato alle ricerche internazionali che analizzano gli ecosistemi. Il Giardino del Fuoco è una specie di salotto subacqueo dedicato alle mostre permanenti sugli ecosistemi acquatici, mentre infine s’incontra il Giardino dell’Aria, uno spazio luminoso che si apre anche verso il paesaggio esterno.
Un gigante buono, creato dall'uomo, che tra qualche decennio potrebbe realmente fare il suo ingresso sulla terra e rendere dono all'ambiente delle sue capacità.

sabato 14 maggio 2011

Compriamo e buttiamo..la storia delle cose

Filiera corta ecologica ed etica: l'esempio di ZOLLE


Zolle è un'azienda giovane che da 2 anni a Roma si occupa della distribuzione a domicilio di prodotti biologici dei piccoli contadini del territorio. L'idea è stata di una ragazza di nome Simona che ha voluto affrontare il problematico collegamento tra i piccoli produttori e i consumatori; da una parte c'è chi pratica un'agricoltura sana e biologica su piccola scala, ma non riesce a vendere direttamente i propri prodotti per il difficile accesso al mercato a causa delle molte norme burocratiche, per la questione delle certificazioni e anche perchè fisicamente non può occuparsi sia della coltivazione che della vendita in città. Dall'altra troviamo i consumatori inermi che si trovano a subire un'offerta alimentare industrializzata e scadente.

Zolle ha l'obiettivo quindi di fornire ai propri cittadini i prodotti biologici della propria terra ad un prezzo ragionevole e con la comodità della consegna a domicilio; abbonandosi al servizio si riceve a casa ogni settimana una spesa per 2 persone che comprende frutta e verdura di stagione, latticini, uova e anche carne per i non vegetariani; in più ai consumatori arriva per email ogni settimana un listino "mercato libero" dal quale si possono scegliere altri prodotti come cioccolata, olio, vino tutti di produzione locale.

Oggi Zolle fornisce 500 famiglie nel territorio lavorando con realtà piccolissime in tutto il Lazio; questi piccoli produttori hanno così  l'opportunità di sopravvivere e moltiplicarsi grazie anche all'unica intermediazione che li collega ai consumatori permettendo loro un reddito dignitoso; per Zolle infatti conta la coltivazione biologica prima di tutto, ma anche la storia delle piccole aziende e la loro intelligenza nel trarre il meglio dal territorio senza sfruttarlo, al contrario delle grandi produzioni.

Zolle poi non si dimentica dell'ambiente: la spesa viene consegnata esclusivamente in bicicletta e gli imballaggi sono ridotti al minimo, scatoloni e sacchetti di plastica riciclabile per contenere le verdure fresche; gli scatoloni poi vengono resi indietro per poter essere riutilizzati nuovamente.
Questo dimostra che la filiera corta ecologica è realizzabile e soprattutto che ne possiamo trarre guadagno tutti, anche l'ambiente :)

Per maggiori info: http://www.zolle.it/

giovedì 5 maggio 2011

Il nucleare NON è il futuro

Dal mese di Marzo in poi, a pesare sulle decisoni del nucleare nel mondo, c'è il grave incidente del Giappone; a causa dello tsunami e del terremoto, nella centrale atomica di Fukushima ci sono state diverse esplosioni e successive fuoriuscite di materiale radioattivo che hanno contaminato il territorio circostante e l'aria con la formazione di una nube radioattiva. L'incidente del Giappone ha dimostrato che, anche in un paese all'avanguardia nella tecnologia nucleare, questa risorsa non si può rendere sicura al 100%. Mentre nel mondo tutti fanno un passo indietro sul nucleare, prima fra tutti la Germania, ma anche Russia Cina e India, annunciando che le loro centrali saranno sottoposte ai cosiddetti "stress test" per provarne la sicurezza, in Italia non solo si prepara un referendum per reinserire il nucleare nel nostro programma energetico, ma si tagliano pure i fondi alle rinnovabili!
Quei settori, che delle nuove energie avevano fatto un mezzo per aumentare l'occupazione e i fatturati delle aziende, rilanciando questa economia, si sono visti tagliare le gambe. E' vero poi che c'è stata una retromarcia del governo con la redazione di un nuovo decreto, il Quarto Conto Energia, ma il messaggio è chiaro: non c'è nessun tipo di appoggio, nessuna certezza, nessun piano energetico nazionale..e senza certezze nessuno investe. Il motivo di questi tagli nasce dall'analisi dei costi in bolletta delle rinnovabili, "l'incentivo medio- dicono- è quasi il doppio dell'energia prodotta"; si ma nessuno ci spiega che ogni anno per il decomissioning nucleare, cioè lo smantellamento delle centrali chiuse, delle nostre bollette spendiamo ben 3 miliardi di euro. Se io potessi scegliere, preferirei che i miei soldi andassero al rinnovabile e non ad un progetto mai partito eppure pericoloso.

Nel mondo ci sono 442 centrali nucleari, 58 reattori in 19 centrali solo in Francia, proprio oltre il nostro confine; l'energia dall'atomo contribuisce alla produzione globale di energia per il 6%, in particolare per il 15% nell'energia eletttrica. Non ha poi tutta questa incidenza insomma, senza contare che esaurito il petrolio, per soddisfare il fabbisogno mondiale di energia, dovrebbe essere costruita una centrale a settimana per i prossimi 120 anni! Un gruppo di lavoro internazionale ha pubblicato uno studio sulla rivista The Energy Journal dove illustra come sia possibile abbandonare questa strada: rinunciare al nucleare costerebbe solo lo 0.7% della ricchezza, un costo insignificante rispetto a quello provocato dalle catastrofi nucleari.
Rinunciare al nucleare sembra impossibile anche perchè è opinione comune che le energie rinnovabili non siano in grado di sostenere da sole il nostro fabbisogno: SBAGLIATO. Le fonti rinnovabili stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo, rendendole più accessibili. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari attivati negli stessi anni.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che il nucleare non è una fonte di energia rinnovabile: necessita dell'uranio, che costa ed è esauribile, e produce scorie radioattive pericolose che devono essere stoccate e nascoste da qualche parte; sole, vento e acqua sono invece beni equi, accessibili, condivisibili, rinnovabili e non confiscabili. Allora cambiare si può..

VOTA SI AL REFERENDUM PER FERMARE IL NUCLEARE.

Visita anche http://www.sosrinnovabili.it/

Fonti: inchiesta "Nucleare o rinnovabili? il governo ci prende per i pannelli" su Terra Nuova, Maggio 2011

domenica 1 maggio 2011

Discoteca "OFF-CORSO" a Rotterdam: nuove energie

E' nata nel 2006 in Olanda, più precisamente nelle vie di Rotterdam, la prima discoteca ecologica al mondo in grado di autoricaricarsi completamente grazie al movimento delle persone. La novità sta nello speciale pavimento che è in grado di assorbire le vibrazioni prodotte dalle persone che ballano in pista; la tecnologia è stata sviluppata dallo studio di architettura Doll-Atelier voor Bouwkunst e consiste in un dance-floor sospeso su particolari cristalli in grado di produrre energia piezoelettrica se compressi e fatti vibrare, gli impulsi poi vanno trasferiti ad un generatore di corrente che alimenta l'intera discoteca. Un modo intelligente per sfruttare una forma di energia che altrimenti andrebbe persa :)

Ma questa discoteca non è l'unico esempio di tecnologia piezoelettrica: in Giappone già da qualche tempo esistono i marciapiedi piezoelettrici! Ogni passo di una persona di almeno 60 kg genera 0,5 kwh. Molti stanno studiando questa tecnologia innovativa per poterla applicare alle stazioni della metro o dei treni dove il grande afflusso di pedoni potrebbe produrre l'energia necessaria a mantenere attiva l'illuminazione ad esempio senza dover pesare sul comune sistema di distribuzione energetica.

C'è chi poi ha pensato di sfruttare l'energia prodotta da chi si allena in palestra sulle cyclettes ad esempio; la catena California Fitness ha finanziato il progetto dell'ecoingegnere Gambarotta che ha progettato e poi messo in opera una serie di macchinari da palestra come cyclettes, tapis roulant, step che riescono a convertire l'energia motoria che noi produciamo in energia elettrica. Questa energia viene poi utilizzata dalla palestra per luci e riscaldamento. In realtà però, i macchinari e tutto il sistema di conversione è ancora molto costoso e ci vogliono parecchi anni prima di rientrare dell'investimento; ecco dunque perchè siano solo le grandi catene a potersi permettere di utilizzare questo nuovo business.

mercoledì 27 aprile 2011

Orto nel balcone di casa

Anche coltivare il proprio orto, perchè no nel balcone di casa ad esempio, fa parte di uno stile di vita ecosostenibile. Di moda già da qualche anno, coltivare il proprio orto è il simbolo dell'inversione di quel flusso che per anni ha contraddistinto l'era del progresso; l'orto nei pressi di casa è da sempre un elemento che differenzia la campagna dalla città oltre che le abitudini alimentari dei rispettivi abitanti.
Ma è solo una moda? L'inversione in atto è il risultato di diversi elementi: inanzitutto la voglia sempre maggiore di sicurezza e garanzia che il consumatore richiede ha portato ad un aumento netto della vendita di prodotti biologici, ma d'altra parte la crisi porta a voler spendere meno anche nella spesa quotidiana e il biologico costa di più del tradizionale perchè se fatto bene produce meno. Oltre alle cause ci sono però anche aspetti positivi: l'agricoltura casalinga o quella a km 0 risolvono i problemi dovuti alla grossa distribuzione, ossia la vendita di ortaggi fuori stagione, che costano di più e hanno qualità minore visto che sono stati a lungo in celle frigorifere o hanno compiuto lunghi percorsi per arrivare fino a noi. Possiamo quindi risparmiare e aiutare l'ambiente comprando o coltivando le verdure di stagione ed evitare quindi il loro trasporto da lontano e il conseguente inquinamento.

Coltivare il proprio orticello oltre ad una moda può essere un modo semplice e divertente per avere del cibo naturale e non trattato senza spese esorbitanti e perchè no anche una bella soddisfazione :)
Si può partire da ortaggi semplici che richiedono poche attenzioni come erbe aromatiche, insalata, ravanelli e qualche piantina di pomodoro per poi arrivare a pensare e coltivare in grande. Le varietà adatte al balcone sono quelle che, una volta sviluppate, non superano l'altezza di mezzo metro o le specie che producono ortaggi di piccole dimensione come il pomodoro a ciliegia, ma anche alcune varietà di peperoni o melanzane.
Ogni pianta deve essere collocata in una vaso preferibilmente in terracotta di almeno 30 cm e se vogliamo mettere tre piantine in fila utilizziamo una fioriera lunga almeno 60 cm.
Ma ecco alcuni consigli per impostare il nostro orto sul balcone:
- verifichiamo di avere lo spazio sufficiente per coltivare le nostre piante senza sacrificarle
- procuriamoci dei vasi, il terriccio, palline di argilla e i sementi delle piante che vogliamo coltivare
- riempiamo i vasi di terra fertile per orto, dopo aver ricoperto il fondo del vaso con delle palline di argilla
- i vasi vanno disposti secondo il sole che abbiamo a disposizione, non tutte le piante infatti hanno bisogno della stessa quantità di luce
- per innaffiare seguiamo le istruzioni riportate sulle confezione dei sementi
- possiamo aiutare le giovani piantine con bastoncini o canne di bambù per sostenerle
- utilizziamo solo concimi naturali per nutrire ed aiutare la terra a crescere. Come concime si può utilizzare anche cenere di legna, l'acqua di cottura delle verdure o i fondi del caffè.

Non mancano poi soluzioni ingegnose per facilitarci il tutto :)
Si tratta di un contenitore, realizzato in materiale plastico, che tramite un serbatoio di 6 litri, l'argilla espansa ed una tappetino in TNT, permette la coltivazione in terrazzo di piante aromatiche e da orto, mantenendo l'ideale umidità del terreno e aiutandoci se non abbiamo prorpio il pollice verde. Il kit è venduto da VERDEMAX , si chiama "Orto in terrazzo" e costa 122,76€; potete acquistarlo on line visitando il link:                                   
http://l-orto-in-terrazza.fioriere-e-vasi.gardenshop.it/Vaso-Orto-in-Terrazzo/p4742
Troverete consigli utili per iniziare il vostro orto su http://www.coltivareorto.it/

martedì 26 aprile 2011

Eco car-sharing

Che cos'é il car-sharing? Con questo termine si indica un servizio pubblico di mobilità urbana a fruizione individuale alternativo al trasporto pubblico urbano; tramite l'iscrizione al servizio, l'utente compra l'uso effettivo del mezzo anzichè il mezzo stesso.
Insomma in poche parole invece di avere la propria macchina se ne noleggia una ogni volta che ne abbiamo bisogno; le conseguenze? Nei paesi del nord Europa si è calcolato che l'utilizzo di 1 veicolo in car-sharing sostituisce 5-6 vetture private con tutto quello che ne deriva in vantaggi per l'ambiente e per la viabilità.
Già di suo è quindi una grande idea per diminuire l'impatto ambientale delle autovetture, ma perchè non fare un passo in più noleggiando auto elettriche? Amsterdam entro il 2011 si doterà di ben 300 Smart Electric Drive e altrettante postazioni di ricarica aprendo così il mercato a queste nuove auto; anche in Italia Milano, Varese, Como e Roma si sono attrezzate per offrire ai cittadini mezzi ecologici per girare la città o allontanarsi dal centro. Bisogna ricordare infatti che oltre a non inquinare il pieno ci costa solo 2 euro e il noleggio permette ai cittadini di usufruire di queste vetture senza dover affrontare la spesa per l'acquisto, oggi ancora proibitiva.

LIGHT CAR SHARING CONCEPT
Il problema? Come sempre l'informazione, ancora pochi conoscono questa alternativa. Ecco perchè un'azienda svizzera ha presentato al Salone di Ginevra il prototipo "Light Car Sharing Concept"; è una vettura elettrica a 6 posti con un'autonomia di 100 km che mentre è in funzione si pubblicizza grazie alle luci a led che proiettano scritte pubblicitarie intorno all'auto come ad esempio "Noleggiami" per farsi conoscere in giro per la città.

sabato 23 aprile 2011

POWER FLOWER: eolico bello da vedere


E' di NL Architects il progetto di unire le richieste energetiche a quelle estetiche delle pale eoliche; così proprio in Olanda, paese dei mulini a vento, nascono i "Power Flower", dei generatori eolici che abbelliranno le nostre città producendo energia pulita in modo silenzioso. L'idea nasce proprio dal voler superare il limite estetico e rumoroso delle pale eoliche attualmente utilizzate che non sono ben viste perchè deturpano il paesaggio; queste nuove turbine, oltre agli aspetti estetici, offrono la possibilità di utilizzare l'energia eolica anche nelle zone densamente abitate, venendo definiti quindi "mulini a vento urbani". 

La struttura del mulino "Power Flower" è in acciaio e ha la forma di un albero con un numero di rami che può andare da 3 a 9, su ognuno dei quali si trova una turbina ad asse verticale capace così di sfruttare il vento proveniente da ogni direzione ( e non unidirezionalmente come le pale eoliche classiche). Le turbine si muovono con un vento a velocità minima di 3,5 m/s e la struttura è in grado di resistere a venti di velocità di 190 km/h. Secondo le stime un albero di 3 rami con un vento medio di 5 m/s sarebbe in grado di produrre 13'000 kw/h all'anno, con meno di 42.8 db di rumore a 12 m/s.
Quando l'energia eolica è anche bella da vedere :)

lunedì 18 aprile 2011

Energia da biomasse vegetali

Che cos'è l'energia della biomassa? Si tratta di una forma indiretta di energia solare accumulata in qualsiasi materiale organico vegetale (alberi,erbacce) tramite il processo della Fotosintesi; i vegetali infatti utilizzano i raggi solari per trasformare acqua e anidride carbonica in sostanze energetiche che servono alle stesse per autoalimentarsi. Oltre ad essere un'ulteriore fonte di energia utilizzabile dall'uomo, questa fonte di energia costituisce una grande risorsa per l'ambiente: la sua più importante caratteristica è infatti quella di non alterare il bilancio di anidride carbonica nell'atmosfera; l'anidride carbonica immessa nell'atmosfera, quando le bruciamo ad esempio, è la stessa quantità che queste hanno assorbito durante la loro crescita! Notevole differenza con i combustibili fossili che producono CO2 in grande quantità durante la combustione, ma non c'è modo di completarne il ciclo riportandola alla forma organica.

La biomassa è una fonte largamente presente sul nostro pianeta: si posso utilizzare la piante estirpate, e quindi inutili, o piantarle appositamente, magari vicino agli impianti che le utilizzeranno per ridurre i costi di trasporto e il conseguente inquinamento. La biomassa può essere ricavata da numerose fonti naturali, oltre che dagli scarti dell'agricoltura, dell'allevamento e dell'industria, come ad esempio: le piante e gli alberi (scarti di lavorazione del legno o della cellulosa, residui di potature, legname coltivato allo scopo, residui agricoli), scarti dell'industria alimentare (noccioli, vinacce, gusci, fieno, sansa), reflui degli allevamenti e delle discariche, rifiuti urbani (frazione organica), rifiuti industriali (cascami di cotone, canapa). Esistono inoltre vere e proprie colture energetiche che si differenziano in tre classi a seconda dell'utilizzo: colture zuccherine (mais, cereali, sorgo), colture oleaginose (girasole, colza, soia), colture ligno-cellulosiche (sorgo da fibra, kenaf, canapa, canna comune, miscanto, panico, falaride, cardo, pioppo, salice, robinia).

Ma come si ricava l'energia da questi vegetali? Ecco i metodi più utilizzati:
-Combustione: è il metodo più semplice e da sempre usato dall'uomo, ha un buon rendimento quando i residui sono ricchi di cellulosa e lignina.
-Digestione anaerobica: avviene in assenza di ossigeno e consiste nella demolizione ad opera di microorganismi che producono gas al 50/70% di metano; svolgendosi il processo in appositi impianti il gas è facile da raccogliere e comprimere per essere poi utilizzato come fonte di energia. Inoltre al termine del processo si conservano azoto, fosforo e potassio, elementi nutritivi per il vegetali che vengono restituiti al terreno tramite la fertilizzazione. Questo metodo viene impiegato anche per produrre gas dalle deiezioni animali, dai reflui civili, dai rifiuti alimentari e la parte organica dei rifiuti solidi urbani; Attenzione: il gas metano è un potente gas serra! Facendo la raccolta differenziata e separando l'umido dal resto favoriamo la raccolta del metano impedendo la sua immissione spontanea nell'atmosfera.
-Digestione aerobica: consiste nella metabolizzazione delle sostanze da parte dei batteri in presenza di ossigeno; questi producono elevato calore come conseguenza dell'attività metabolica che può essere recuperato con l’impiego di scambiatori a fluido.
-Produzione di biocarburanti: dalle piante oleoginose come la soia e il girasole si ricavano olii appunto che si utilizzano come combustibili e risultano più economici di quelli prodotti con i combustibili fossili.

Maggiori info: http://www.agripower-srl.com/
http://www.verdenergia-schieppe.it/index.htm
http://www.biomasseeuropa.com/site/pages/home-page

venerdì 15 aprile 2011

La foglia artificiale

Oggi il potenziale dei raggi solari viene sfruttato attraverso i pannelli solari e i pannelli fotovoltaici che utilizzano però materiali costosi e ancora poco competitivi rispetto alle risorse non rinnovabili; inoltre non sono capaci di sfruttare appieno questo tipo di fonte energetica, si pensi infatti che il sole ogni anno fornisce alla terra 100mila TeraWatt di energia e che 14 TeraWatt, quantità emessa in un ora, potrebbero soddisfare il fabbisogno annuale dell'uomo. Ecco perchè da un po' di tempo gli scienziati cercano metodi alternativi per imitare il processo naturale che per antonomasia utilizza l'energia solare: la Fotosintesi.

DANIEL NOCERA E IL PROGETTO
Da questa ricerca nasce nei laboratori MIT, Massachussetts Institute of Technology, il progetto del professor Daniel Nocera e della sua squadra: una foglia artificiale grande quanto una carta da gioco, costruita con materiali economici come il nichel e il cobalto, che riproduce le reazioni della sintesi clorofilliana. Questo processo è costituito da due fasi: la fase luminosa, in cui l'acqua viene scissa in ossigeno e idrogeno grazie all'energia della luce solare, e la fase oscura, durante la quale l'idrogeno prima ottenuto si combina con l'anidride carbonica per formare sostanze organiche con grande potenziale energetico come l'etanolo e il metanolo. La nuova tecnologia della foglia artificiale è in grado di ricreare la prima reazione ottenendo così dall'acqua una fonte di energia pulita, l'idrogeno.

Durante le sperimentazioni la foglia artificiale ha sorpreso tutti: inserita in un recipiente pieno d’acqua ed esposto al sole ha prodotto una quantità d’energia dieci volte superiore a quella che sarebbe stata generata da una foglia naturale di analoga grandezza. Gli studiosi ritengono che con questo metodo con appena quattro litri d’acqua si potrebbe produrre l’energia necessaria per riscaldare una casa in un Paese in via di sviluppo.
Energia pulita a basso costo e con rendimenti ben maggiori di tutte le altre fonti energetiche che conosciamo, compreso il nucleare che per soddisfare le nostre esigenze necessiterebbe della costruzione di una centrale a settimana per i prossimi 120 anni. E non finisce qui: se gli scienziati riusciranno a ricreare anche la fase oscura artificialmente potremmo utilizzare l'anidride carbonica come reagente e trasformarla in sostanze organiche ad alto contenuto energetico ristabilendo così l'equilibrio sempre più compromesso del nostro pianeta.

giovedì 14 aprile 2011

Raccolta differenziata: la PLASTICA

La plastica è un materiale artificiale, derivato dal petrolio, sostanzialmente giovane perché ha circa 50 anni, ma ormai una costante nella nostra vita; basti pensare a tutti gli oggetti che utilizziamo quotidianamente e alla loro composizione. Come derivato del petrolio, una risorsa destinata all'esaurimento, anche la plastica in futuro sarà difficile da produrre e da mantenere ai costi attuali..e allora RICICLIAMOLA!
Tra le ragioni che spingono a fare la raccolta differenziata della plastica troviamo inoltre la sua lenta degradabilità: un contenitore in polietilene impiega dai 100 ai 1000 anni per essere degradato. Non dimentichiamo poi i benefici per l'ambiente: produrre un contenitore in plastica da materiale riciclato costa molto meno in termini energetici che produrlo dalla materia prima; il sistema di recupero promosso da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggi di plastica, l'anno scorso avrebbe evitato l'emissione in atmosfera di 3,1 milioni tonnellate di CO2 e sottratto alla discarica quasi 20 milioni di metri cubi di rifiuti.


Ma la plastica è tutta riciclabile? la risposta è NO!  
Possiamo riciclare:
- Tutti i contenitori che recano le sigle PE, PET e PVC     
- Contenitori per liquidi
- Bottiglie per bevande
- Tappi delle bottiglie per bevande in quanto accessori all’imballaggio
Flaconi per prodotti per l'igiene personale e pulizia per la casa
Shampoo, Bagnoschiuma
Detersivi
- Vaschette per l'asporto di cibi
- Confezioni per alimenti
- Polistirolo espanso degli imballaggi e simili
- Borse di nylon
- Plastica in pellicola

Mentre non possiamo riciclare, e dobbiamo quindi gettare nel secco non riciclabile:
- Tutti i contenitori che non recano le sigle PE, PET e PVC, 
- Tutti i contenitori che presentano residui di materiali organici come il cibo o di sostanze pericolose come vernici o colle
- Giocattoli
- Custodie per cd
- Musicassette e videocassette
- Piatti, bicchieri e posate in plastica del tipo monouso
- Tubi di dentifricio
- Bottiglie di olio
- Rifiuti ospedalieri
- Beni durevoli di plastica come gli articoli per la casa
- Grucce per appendiabiti

Ricordiamoci inoltre che il consumatore agisce due volte nella “vita” di un contenitore in plastica: quando lo compra e quando lo butta. La scelta di prodotti con poco imballaggio, prodotti formato famiglia, o addirittura prodotti di cui si possa restituire il “vuoto”, come le bottiglie in vetro per l’acqua ad esempio, sono un ottimo modo per ridurre i rifiuti al principio.

sabato 9 aprile 2011

DRAGONFLY: l'edificio verde di Vincent Callebaut

Un grattacielo a forma di ala di Libellula: concepito dallo studio belga Vincent Callebaut Architectures per la città di New York, è il progetto di un maxi-edificio con funzioni ibride di fattoria, ufficio e abitazione che intende alleviare i problemi di carenza alimentare e di spazio nelle grandi metropoli collegando direttamente i produttori ai consumatori per ridurre l’impatto ambientale delle megalopoli. L'edificio di 132 piani e 600m di altezza sarà in grado di ospitare 28 diversi spazi agricoli per la produzione di frutta, verdura, cereali, carne e prodotti lattiero-caseari e  sarà autosufficiente al 100% grazie all'utilizzo di una combinazione di energia solare ed eolica.

DRAGONFLY
Realizzata con una struttura metallica che si ispira all'esoscheletro delle ali della libellula, la struttura sarà organizzata intorno a due torri che mantengono l’equilibrio microclimatico grazie a un doppio strato a nido d’ape incuneato tra le pareti: d’inverno l’aria calda si accumula in questo esoscheletro costituendo una barriera contro il freddo come in una serra; d’estate invece il calore è  schermato dall’abbondante vegetazione che garantisce il giusto grado di umidità grazie ai processi di ventilazione naturale, l’evaporazione e la traspirazione delle piante come accade  in una foresta.
Sempre secondo il concetto base di edificio come organismo vivente, Dragonfly è in grado di recuperare rapidamente le energie che consuma. Questa “ fattoria metabolica”, come la definisce il suo ideatore, è in grado di captare l’energia del sole, dell’acqua e del vento per trasformarla in elettricità; sul versante nord tre turbine eoliche sfruttano i venti newyorkesi per produrre metà dell’energia necessaria al funzionamento dell’edificio. Al resto del fabbisogno provvede invece il gigantesco scudo solare che riveste le pareti del versante sud e la base della struttura che sfrutta la corrente del fiume.
INTERNO
Sulle pareti interne delle case e degli uffici si affacciano terrazze esagonali riservate alle coltivazioni idroponiche che vengono alimentate esclusivamente grazie alle risorse dell’edificio: i giardini in superficie con vegetazione tropicale filtrano l’acqua piovana e i reflui che vengono mescolati con l’acqua di utilizzo domestico per poi essere nuovamente filtrata e trattata prima di essere fatta ricircolare ad uso della fattoria. Il livello sanitario e le tecnologie di questo approccio di azienda presentano anche un interessante potenziale per la decontaminazione dei terreni e di sotterranei inquinati, nonché la purificazione dell’atmosfera da CO2 tutto grazie alle proprietà dei vegetali.

martedì 5 aprile 2011

WORES: la lana che pulisce il mare dal petrolio!

GOLFO DEL MESSICO
Il disastro del Golfo del Messico, come altri in precedenza, suggerisce sempre più la ricerca di nuovi metodi per la raccolta del petrolio sversato in mare al fine di evitare disastri ambientali; oltre ai progetti futuristici interessanti ma di dubbia applicazione oggi ne troviamo un altro di una semplicità direi sconvolgente :)
Questo progetto italiano si chiama Wores, abbreviazione di Wool Recovery System, è stato ideato dal presidente dell'Unione Industriali di Biella, Luciano Donatelli, e brevettato dalla società Gruppo Creativi Associati. Wores consiste nel bonificare le acque inquinate dal petrolio usando un prodotto ecologico come la lana grazie alla riscoperta capacità della lana grezza di assorbire olii in quantità 10 volte superiore al proprio peso. Più precisamente si utilizza la lana sucida, ovvero la lana scartata dalle lavorazioni tessili in quanto di bassa qualità, che ciononostante ha grosse capacità di assorbimento ed è al tempo stesso idrofoba ossia non assorbe l'acqua, condizione essenziale per essere utilizzata in caso di sversamenti.


Il progetto Wores prevede un kit allestibile su qualsiasi imbarcazione che sparge i fiocchi di lana sulla macchia di petrolio; la lana una volta inzuppata viene poi recuperata da un nastro trasportatore e strizzata. Il procedimento consentirebbe così di raccogliere e recuperare gli idrocarburi, che poi verrebbero stivati in un serbatoio, e la lana stessa pronta per essere riutilizzata; le fibre infatti possono essere riusate fino a piu’ di dieci volte, per poi essere smaltite in un termovalorizzatore.
Ma quanto costa Wores? Circa 1 milione di euro per una nave di 50 metri, una spesa che stando ai suoi ideatori verrebbe recuperata in poche ore di lavoro. Ma come recuperata? Ebbene il greggio assorbito può essere nuovamente raffinato! Calcolando il basso costo della lana utilizzata in 20 ore di lavoro circa si potrebbero recuperare greggio per un valore di circa 1 milione di euro pari appunto al costo per le attrezzature della nave. Senza contare il vantaggio ecologico e ambientale, di sicuro inestimabile.