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sabato 14 maggio 2011

Filiera corta ecologica ed etica: l'esempio di ZOLLE


Zolle è un'azienda giovane che da 2 anni a Roma si occupa della distribuzione a domicilio di prodotti biologici dei piccoli contadini del territorio. L'idea è stata di una ragazza di nome Simona che ha voluto affrontare il problematico collegamento tra i piccoli produttori e i consumatori; da una parte c'è chi pratica un'agricoltura sana e biologica su piccola scala, ma non riesce a vendere direttamente i propri prodotti per il difficile accesso al mercato a causa delle molte norme burocratiche, per la questione delle certificazioni e anche perchè fisicamente non può occuparsi sia della coltivazione che della vendita in città. Dall'altra troviamo i consumatori inermi che si trovano a subire un'offerta alimentare industrializzata e scadente.

Zolle ha l'obiettivo quindi di fornire ai propri cittadini i prodotti biologici della propria terra ad un prezzo ragionevole e con la comodità della consegna a domicilio; abbonandosi al servizio si riceve a casa ogni settimana una spesa per 2 persone che comprende frutta e verdura di stagione, latticini, uova e anche carne per i non vegetariani; in più ai consumatori arriva per email ogni settimana un listino "mercato libero" dal quale si possono scegliere altri prodotti come cioccolata, olio, vino tutti di produzione locale.

Oggi Zolle fornisce 500 famiglie nel territorio lavorando con realtà piccolissime in tutto il Lazio; questi piccoli produttori hanno così  l'opportunità di sopravvivere e moltiplicarsi grazie anche all'unica intermediazione che li collega ai consumatori permettendo loro un reddito dignitoso; per Zolle infatti conta la coltivazione biologica prima di tutto, ma anche la storia delle piccole aziende e la loro intelligenza nel trarre il meglio dal territorio senza sfruttarlo, al contrario delle grandi produzioni.

Zolle poi non si dimentica dell'ambiente: la spesa viene consegnata esclusivamente in bicicletta e gli imballaggi sono ridotti al minimo, scatoloni e sacchetti di plastica riciclabile per contenere le verdure fresche; gli scatoloni poi vengono resi indietro per poter essere riutilizzati nuovamente.
Questo dimostra che la filiera corta ecologica è realizzabile e soprattutto che ne possiamo trarre guadagno tutti, anche l'ambiente :)

Per maggiori info: http://www.zolle.it/

mercoledì 27 aprile 2011

Orto nel balcone di casa

Anche coltivare il proprio orto, perchè no nel balcone di casa ad esempio, fa parte di uno stile di vita ecosostenibile. Di moda già da qualche anno, coltivare il proprio orto è il simbolo dell'inversione di quel flusso che per anni ha contraddistinto l'era del progresso; l'orto nei pressi di casa è da sempre un elemento che differenzia la campagna dalla città oltre che le abitudini alimentari dei rispettivi abitanti.
Ma è solo una moda? L'inversione in atto è il risultato di diversi elementi: inanzitutto la voglia sempre maggiore di sicurezza e garanzia che il consumatore richiede ha portato ad un aumento netto della vendita di prodotti biologici, ma d'altra parte la crisi porta a voler spendere meno anche nella spesa quotidiana e il biologico costa di più del tradizionale perchè se fatto bene produce meno. Oltre alle cause ci sono però anche aspetti positivi: l'agricoltura casalinga o quella a km 0 risolvono i problemi dovuti alla grossa distribuzione, ossia la vendita di ortaggi fuori stagione, che costano di più e hanno qualità minore visto che sono stati a lungo in celle frigorifere o hanno compiuto lunghi percorsi per arrivare fino a noi. Possiamo quindi risparmiare e aiutare l'ambiente comprando o coltivando le verdure di stagione ed evitare quindi il loro trasporto da lontano e il conseguente inquinamento.

Coltivare il proprio orticello oltre ad una moda può essere un modo semplice e divertente per avere del cibo naturale e non trattato senza spese esorbitanti e perchè no anche una bella soddisfazione :)
Si può partire da ortaggi semplici che richiedono poche attenzioni come erbe aromatiche, insalata, ravanelli e qualche piantina di pomodoro per poi arrivare a pensare e coltivare in grande. Le varietà adatte al balcone sono quelle che, una volta sviluppate, non superano l'altezza di mezzo metro o le specie che producono ortaggi di piccole dimensione come il pomodoro a ciliegia, ma anche alcune varietà di peperoni o melanzane.
Ogni pianta deve essere collocata in una vaso preferibilmente in terracotta di almeno 30 cm e se vogliamo mettere tre piantine in fila utilizziamo una fioriera lunga almeno 60 cm.
Ma ecco alcuni consigli per impostare il nostro orto sul balcone:
- verifichiamo di avere lo spazio sufficiente per coltivare le nostre piante senza sacrificarle
- procuriamoci dei vasi, il terriccio, palline di argilla e i sementi delle piante che vogliamo coltivare
- riempiamo i vasi di terra fertile per orto, dopo aver ricoperto il fondo del vaso con delle palline di argilla
- i vasi vanno disposti secondo il sole che abbiamo a disposizione, non tutte le piante infatti hanno bisogno della stessa quantità di luce
- per innaffiare seguiamo le istruzioni riportate sulle confezione dei sementi
- possiamo aiutare le giovani piantine con bastoncini o canne di bambù per sostenerle
- utilizziamo solo concimi naturali per nutrire ed aiutare la terra a crescere. Come concime si può utilizzare anche cenere di legna, l'acqua di cottura delle verdure o i fondi del caffè.

Non mancano poi soluzioni ingegnose per facilitarci il tutto :)
Si tratta di un contenitore, realizzato in materiale plastico, che tramite un serbatoio di 6 litri, l'argilla espansa ed una tappetino in TNT, permette la coltivazione in terrazzo di piante aromatiche e da orto, mantenendo l'ideale umidità del terreno e aiutandoci se non abbiamo prorpio il pollice verde. Il kit è venduto da VERDEMAX , si chiama "Orto in terrazzo" e costa 122,76€; potete acquistarlo on line visitando il link:                                   
http://l-orto-in-terrazza.fioriere-e-vasi.gardenshop.it/Vaso-Orto-in-Terrazzo/p4742
Troverete consigli utili per iniziare il vostro orto su http://www.coltivareorto.it/

sabato 9 aprile 2011

DRAGONFLY: l'edificio verde di Vincent Callebaut

Un grattacielo a forma di ala di Libellula: concepito dallo studio belga Vincent Callebaut Architectures per la città di New York, è il progetto di un maxi-edificio con funzioni ibride di fattoria, ufficio e abitazione che intende alleviare i problemi di carenza alimentare e di spazio nelle grandi metropoli collegando direttamente i produttori ai consumatori per ridurre l’impatto ambientale delle megalopoli. L'edificio di 132 piani e 600m di altezza sarà in grado di ospitare 28 diversi spazi agricoli per la produzione di frutta, verdura, cereali, carne e prodotti lattiero-caseari e  sarà autosufficiente al 100% grazie all'utilizzo di una combinazione di energia solare ed eolica.

DRAGONFLY
Realizzata con una struttura metallica che si ispira all'esoscheletro delle ali della libellula, la struttura sarà organizzata intorno a due torri che mantengono l’equilibrio microclimatico grazie a un doppio strato a nido d’ape incuneato tra le pareti: d’inverno l’aria calda si accumula in questo esoscheletro costituendo una barriera contro il freddo come in una serra; d’estate invece il calore è  schermato dall’abbondante vegetazione che garantisce il giusto grado di umidità grazie ai processi di ventilazione naturale, l’evaporazione e la traspirazione delle piante come accade  in una foresta.
Sempre secondo il concetto base di edificio come organismo vivente, Dragonfly è in grado di recuperare rapidamente le energie che consuma. Questa “ fattoria metabolica”, come la definisce il suo ideatore, è in grado di captare l’energia del sole, dell’acqua e del vento per trasformarla in elettricità; sul versante nord tre turbine eoliche sfruttano i venti newyorkesi per produrre metà dell’energia necessaria al funzionamento dell’edificio. Al resto del fabbisogno provvede invece il gigantesco scudo solare che riveste le pareti del versante sud e la base della struttura che sfrutta la corrente del fiume.
INTERNO
Sulle pareti interne delle case e degli uffici si affacciano terrazze esagonali riservate alle coltivazioni idroponiche che vengono alimentate esclusivamente grazie alle risorse dell’edificio: i giardini in superficie con vegetazione tropicale filtrano l’acqua piovana e i reflui che vengono mescolati con l’acqua di utilizzo domestico per poi essere nuovamente filtrata e trattata prima di essere fatta ricircolare ad uso della fattoria. Il livello sanitario e le tecnologie di questo approccio di azienda presentano anche un interessante potenziale per la decontaminazione dei terreni e di sotterranei inquinati, nonché la purificazione dell’atmosfera da CO2 tutto grazie alle proprietà dei vegetali.