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sabato 9 aprile 2011

DRAGONFLY: l'edificio verde di Vincent Callebaut

Un grattacielo a forma di ala di Libellula: concepito dallo studio belga Vincent Callebaut Architectures per la città di New York, è il progetto di un maxi-edificio con funzioni ibride di fattoria, ufficio e abitazione che intende alleviare i problemi di carenza alimentare e di spazio nelle grandi metropoli collegando direttamente i produttori ai consumatori per ridurre l’impatto ambientale delle megalopoli. L'edificio di 132 piani e 600m di altezza sarà in grado di ospitare 28 diversi spazi agricoli per la produzione di frutta, verdura, cereali, carne e prodotti lattiero-caseari e  sarà autosufficiente al 100% grazie all'utilizzo di una combinazione di energia solare ed eolica.

DRAGONFLY
Realizzata con una struttura metallica che si ispira all'esoscheletro delle ali della libellula, la struttura sarà organizzata intorno a due torri che mantengono l’equilibrio microclimatico grazie a un doppio strato a nido d’ape incuneato tra le pareti: d’inverno l’aria calda si accumula in questo esoscheletro costituendo una barriera contro il freddo come in una serra; d’estate invece il calore è  schermato dall’abbondante vegetazione che garantisce il giusto grado di umidità grazie ai processi di ventilazione naturale, l’evaporazione e la traspirazione delle piante come accade  in una foresta.
Sempre secondo il concetto base di edificio come organismo vivente, Dragonfly è in grado di recuperare rapidamente le energie che consuma. Questa “ fattoria metabolica”, come la definisce il suo ideatore, è in grado di captare l’energia del sole, dell’acqua e del vento per trasformarla in elettricità; sul versante nord tre turbine eoliche sfruttano i venti newyorkesi per produrre metà dell’energia necessaria al funzionamento dell’edificio. Al resto del fabbisogno provvede invece il gigantesco scudo solare che riveste le pareti del versante sud e la base della struttura che sfrutta la corrente del fiume.
INTERNO
Sulle pareti interne delle case e degli uffici si affacciano terrazze esagonali riservate alle coltivazioni idroponiche che vengono alimentate esclusivamente grazie alle risorse dell’edificio: i giardini in superficie con vegetazione tropicale filtrano l’acqua piovana e i reflui che vengono mescolati con l’acqua di utilizzo domestico per poi essere nuovamente filtrata e trattata prima di essere fatta ricircolare ad uso della fattoria. Il livello sanitario e le tecnologie di questo approccio di azienda presentano anche un interessante potenziale per la decontaminazione dei terreni e di sotterranei inquinati, nonché la purificazione dell’atmosfera da CO2 tutto grazie alle proprietà dei vegetali.

martedì 5 aprile 2011

WORES: la lana che pulisce il mare dal petrolio!

GOLFO DEL MESSICO
Il disastro del Golfo del Messico, come altri in precedenza, suggerisce sempre più la ricerca di nuovi metodi per la raccolta del petrolio sversato in mare al fine di evitare disastri ambientali; oltre ai progetti futuristici interessanti ma di dubbia applicazione oggi ne troviamo un altro di una semplicità direi sconvolgente :)
Questo progetto italiano si chiama Wores, abbreviazione di Wool Recovery System, è stato ideato dal presidente dell'Unione Industriali di Biella, Luciano Donatelli, e brevettato dalla società Gruppo Creativi Associati. Wores consiste nel bonificare le acque inquinate dal petrolio usando un prodotto ecologico come la lana grazie alla riscoperta capacità della lana grezza di assorbire olii in quantità 10 volte superiore al proprio peso. Più precisamente si utilizza la lana sucida, ovvero la lana scartata dalle lavorazioni tessili in quanto di bassa qualità, che ciononostante ha grosse capacità di assorbimento ed è al tempo stesso idrofoba ossia non assorbe l'acqua, condizione essenziale per essere utilizzata in caso di sversamenti.


Il progetto Wores prevede un kit allestibile su qualsiasi imbarcazione che sparge i fiocchi di lana sulla macchia di petrolio; la lana una volta inzuppata viene poi recuperata da un nastro trasportatore e strizzata. Il procedimento consentirebbe così di raccogliere e recuperare gli idrocarburi, che poi verrebbero stivati in un serbatoio, e la lana stessa pronta per essere riutilizzata; le fibre infatti possono essere riusate fino a piu’ di dieci volte, per poi essere smaltite in un termovalorizzatore.
Ma quanto costa Wores? Circa 1 milione di euro per una nave di 50 metri, una spesa che stando ai suoi ideatori verrebbe recuperata in poche ore di lavoro. Ma come recuperata? Ebbene il greggio assorbito può essere nuovamente raffinato! Calcolando il basso costo della lana utilizzata in 20 ore di lavoro circa si potrebbero recuperare greggio per un valore di circa 1 milione di euro pari appunto al costo per le attrezzature della nave. Senza contare il vantaggio ecologico e ambientale, di sicuro inestimabile. 

domenica 3 aprile 2011

Una barca a vela tutta a energia rinnovabile!

E' il risultato dell'iniziativa "Energia in barca" promossa da Enel in collaborazione con "Velisti per caso" che dimostra come l'energia rinnovabile si possa utilizzare anche in vacanza ad esempio su una barca a vela che già di suo è un bel modo di navigare a basso impatto ambientale. L’iniziativa ha come obiettivo quello di far conoscere le tematiche legate alle energie rinnovabili e al risparmio energetico soprattutto alle nuove generazioni; molti studenti hanno potuto infatti visitare la barca, conoscere la strumentazione di bordo e addirittura uscire in mare per verificarne il funzionamento.

Ma vediamo un po' come funziona :)
La barca a vela Adriatica si muove grazie al vento, ma anche una barca a vela ha bisogno di impianti che permettano di far fronte ai consumi energetici giornalieri e di norma essi sono alimentati dal motore a gasolio; a bordo è stato quindi realizzato un sistema sperimentale che integra le possibili soluzioni offerte dalle energie rinnovabili. Il sistema che l'Enel ha installato su Adriatica è costituito da due aerogeneratori (pale eoliche), due pannelli fotovoltaici e una turbina idraulica a trascinamento; ma fin qui, tutto sommato, niente di nuovo. Ciò che rende davvero innovativo l'equipaggiamento elettrico è il suo sistema di accumulo energetico basato sull'idrogeno, la tecnologia oggi più promettente per la realizzazione di sistemi di immagazzinamento. L'esperimento è quindi in un banco di prova per valutare l'efficacia della combinazione fra sistemi di stoccaggio a base di idrogeno e la generazione elettrica da fonti rinnovabili. I risultati degli esperimenti condotti in situazioni estreme come quella di Adriatica sono utili per valutare l' utilizzo di queste tecnologie in piccoli abitati isolati in territori disagevoli con necessità di completa autonomia. Applicare un giorno queste tecnologie alla vita quotidiana rappresenta però la vera sfida.

sabato 2 aprile 2011

Varese Ligure e il progetto "Laboratorio borghi sostenibili" in Toscana

BORGO ROTONDO A VARESE LIGURE
Varese Ligure, piccolo borgo situato in provincia di La Spezia a poca distanza dalla Riviera di Levante e dalle Cinque Terre, è il simbolo dei piccoli comuni che credono ancora nel futuro e ci guadagnano pure! Un modello che fa scuola ormai da anni ma non è ancora conosciuto purtroppo..ecco perchè ve ne voglio parlare :)
In un articolo pubblicato su quiTouring nell'aprile 2010 il sindaco Michela Marcone racconta come è avvenuta la trasformazione; sono partiti dall'eolico, prima 2 pale poi 4 in un luogo defilato nella valle, hanno aumentato il fotovoltaico per poi aggiungere anche una piccola centrale idroelettrica. Tutte le strutture comunali sono ormai alimentate esclusivamente con energie rinnovabili e ne avanzano pure di energia! E allora si vende e si guadagna. L'intuizione è stata del suo predecessore Maurizio Caranza che ha voluto dare una prospettiva a un territorio agonizzante e sempre più spopolato, ma il compito più difficile è stato quello di convincere i compaesani; ma Varese ce la fa ed è il primo Comune Ue a ottenere l'Iso 14001, il premio come migliore comunità rurale europea per avere attuato il progetto più completo e originale di sviluppo sostenibile.
info: http://www.comune.vareseligure.sp.it/

EDILIZIA SOSTENIBILE
Più attuale è invece il progetto "Laboratorio borgi sostenibili" in Toscana che vuole seguire l'esempio di Varese Ligure e dei borghi sostenibili in Piemonte. Le aziende e i progettisti della zona stanno partecipando alla realizzazione di un esperimento nei borghi di Impruneta, Bagno a Ripoli e Sovicille in Toscana al fine di arrivare ad una regolamentazione da proporre agli enti locali sui temi dell’abitare sano, della riqualificazione del territorio, della riconversione ecologica del settore costruzioni. E' un progetto che cerca di coniugare la tradizione dei borghi toscani e l’innovazione energetica con lo scopo di introdurre nella pratica quotidiana delle ristrutturazioni quattro aspetti fondamentali della sostenibilità in edilizia: il risparmio energetico, l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, l'aumento del comfort e della salubrità dell’abitare, il recupero e il mantenimento delle risorse essenziali del territorio.
In Europa infatti, contrariamente a quanto si pensi, i maggiori consumatori di energia e la maggior fonte di inquinamento da CO2 sono proprio gli edifici, responsabili per oltre il 40% del consumo energetico; più del settore dei trasporti, 32%, e dell’industria, 28% (Fonte: Action Plan for Energy Efficiency: Realizing the Potential, European Commission 19 ottobre 2006).
info: http://www.borghisostenibili.it/

Luci a LED!


LED
 LED è un acronimo per Light-Emitting Diode (diodo ad emissione di luce), è un semiconduttore che emette luce al passaggio della corrente elettrica attraverso una giunzione di silicio, assolutamente privo di filamento interno. La forza commerciale di questo dispositivo si basa sulla sua possibilità di ottenere elevata luminosità, quattro volte maggiore di quella delle lampade flourescenti e filamento di tugsteno, ed elevata efficienza ed affidabilità, la durata di un LED è di molti ordini di grandezza superiore a quella delle classiche sorgenti luminose, specie in condizioni di stress meccanici, nonchè un notevole risparmio energetico!

FARETTO A LED
I LED infatti sono l’ultima generazione delle fonti luminose a risparmio energetico con consumi elettrici ridotti del -70% rispetto alle vecchie lampadine ad incandescenza; infatti la lampada o faretto a LED consuma solo 3,4 watt a differenza dei 40 watt di una lampada ad incandescenza!
Le lampade a LED, i faretti a LED, le barre a LED sono sempre più facili da reperibili e con costi  man mano più accessibili. Poter decidere il colore della parete della propria abitazione seguendo i propri gusti, umori ed estro è uno degli aspetti che affascina di più di queste nuova tecnologia.

Quindi perché scegliere l’illuminazione a LED?
Durano di più nel tempo (anche una decina d'anni), non vi sono costi di manutenzione, il fascio luminoso emesso dai LED non emette calore (è possibile installare più lampade in più punti della casa riducendo quindi di molto i costi di condizionamento) e il notevole risparmio energetico.

Questo è un sistema alternativo che oggi più che mai, con la continua sensibilizzazione a riguardo del risparmio energetico, darà una svolta decisiva al futuro dell’illuminazione mondiale.