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domenica 1 aprile 2012

Etichettatura ambientale di prodotto: cos'è, a cosa serve

Al giorno d'oggi tutti noi siamo chiamati a fare scelte più consapevoli allo scopo di migliorare la qualità del mondo in cui viviamo e possiamo farlo in prima persona come consumatori scegliendo di comprare e di conseguenza promuovere quei prodotti che hanno un impatto minore sull'ambiente.
Ma io consumatore che non conosco i processi che stanno dietro al prodotto sullo scaffale del supermercato come faccio a sapere qual'è il migliore? Proprio a questo scopo sono state introdotte le etichette ambientali di prodotto e di processo; si definisce quindi etichetta ambientale l'asserzione che indica gli aspetti ambientali di un prodotto o servizio.

Le etichette si distinguono in tre diverse tipologie ma quelle che interessano direttamente noi come consumatori sono quelle con destinatario BtoC (Business to Consumer) ossia quelle del primo e secondo tipo ( nel disegno a fianco verde e viola).

Le etichette di TIPO 1 hanno lo scopo di garantire il rispetto di alcuni limiti soglia che vengono fissati appositamente per ogni categoria allo scopo di promuovere solo il 10-20% dei prodotti sul mercato e di permettere quindi al consumatore di scegliere il migliore. I limiti soglia per ogni categoria di prodotto vengono stabiliti attraverso uno studio del ciclo di vita del prodotto stesso: vengono cioè esaminati tutti gli impatti ambientali dall'estrazione della materia prima, alla fabbricazione del prodotto, al suo trasporto per concludere col suo smaltimento o riciclaggio; le etichette di tipo 1 una volta potevano essere applicate solo ai prodotti, oggi invece è possibile trovarle riferite anche ai servizi come ad esempio al turismo.
Un'azienda che ritiene che il suo prodotto rispetti tali limiti lo sottopone ad una valutazione di conformità dopo la quale, se il prodotto è conforme, ottiene l'etichetta ecologica da applicare al prodotto; nate come etichette nazionali,ad esempio il "White Swan" nei Paesi Scandinavi, "Blauer Engel" in Germania, nel 1992 nasce l'etichetta ecologica europea con nome ECOLABEL.


Le etichette di TIPO 2 consistono in un'asserzione ambientale auto-dichiarata dall'azienda stessa e non necessita di certificazione di terza parte; è l'etichetta più semplice e quindi più immediata nel fornire informazioni sul prodotto che stiamo acquistando. L'azienda può fornire attraverso l'etichetta una sola informazione riguardante il basso impatto ambientale del prodotto ( ad esempio se è biologico o prodotto con materiale riciclato) e per farlo deve seguire la normativa di riferimento utilizzando etichette comuni e facili da comprendere; le asserzioni devono essere chiare e non fuorvianti ( prodotto "verde" o "amico dell'ambiente" non definisco in che modo il prodotto abbia un minor impatto sull'ambiente) e inoltre deve essere specificato a che parte del prodotto si riferiscono ( un pacco di fogli per la stampante può essere venduto in una scatola prodotta con carta riciclata ma non implicata che la carta all'interno sia stata fatta nello stesso modo!); l'azienda che decide di utilizzare un'etichetta di questo tipo nell'atto dell'auto-dichiarazione mette a disposizione di tutti le informazioni riguardanti il prodotto in tutto il suo processo, garantendo quindi la veridicità dell'etichetta.
Un'esempio di etichetta di questo tipo è il "Ciclo di Mobius" che indica la riciclabilità o con la percentuale il contenuto di materiale riciclato.
L'utilizzo di queste etichette ambientali è volontario ed i vantaggi sono molteplici; il fatto che sia volontario e non obbligatorio motiva l'azienda a interessarsi alle tematiche ambientali allo scopo di sostenere il proprio marketing e competere con le aziende dello stesso settore: il consumatore sarà invogliato a scegliere il prodotto che a parità di prestazioni ha minor impatto ambientale, inoltre l'etichetta stessa permette una maggiore visibilità sul mercato. Il raggiungimento dell'etichetta permette di conoscere a fondo i processi di produzione e quindi di migliorarli per ridurne l'impatto sull'ambiente grazie anche all'ottenimento di finanziamenti. Attraverso le etichette si collega l'impatto ambientale alle prestazioni e ai costi del prodotto permettendo ai consumatori di fare scelte più consapevoli indirizzando così il mercato verso livello di qualità ambientale sempre maggiori.

ESEMPI DI ETICHETTE AMBIENTALI
Altre info su:  http://www.etichettaambientale.it/

domenica 4 dicembre 2011

CONAI: riciclo record nel 2010

In occasione dell'apertura di Ecomondo, CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, presenta i dati sulla raccolta del 2010, dimostrando come il successo del riciclaggio possa diventare motore dell'economia e della tutela ambientale.

Nel 2010 il riciclo complessivo (riciclo + recupero energetico) degli imballaggi in alluminio, acciaio, carta, legno, plastica e vetro ha raggiunto la percentuale di 74,9% rispetto a quanto immesso sul mercato, per un totale di 8,3 milioni di tonnellate di imballaggi sugli 11,2 milioni immessi; anche per quanto riguarda il solo dato di riciclo dei rifiuti di imballaggio, pari a 64,8% ,viene confermato il superamento degli obiettivi previsti dalla normativa europea e da quella italiana. In pratica significa che 3 imballaggi su 4 sono stati avviati al recupero permettendo di risparmiare nella produzione di nuovi imballaggi e nella conseguente produzione di anidride carbonica: si stima che nel 2010 i benefici economici netti ottenuti in termici economici, ambientali e sociali siano stati di 1,3 miliardi di euro e che si sia evitata l'emissione nell'atmosfera di ben 63,3 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre il riciclaggio degli imballaggi ha permesso di diminuire enormemente l'afflusso in discarica, evitando di costruirne di nuove.

DATI RICICLO 2010
Le previsioni per l'anno 2011 sono quindi rosee: si auspica al raggiungimento del 74,9% del recupero rispetto al 72,9% del 2009, che equivarrebbe al riciclo totale di 8,5 tonnellate, e ad un beneficio economico di 1,4 miliardi di euro.
Oltre all'obiettivo primario della tutela ambientale troviamo nel riciclaggio un beneficio economico significativo: dal 1999 al 2011 i dati complessivi del beneficio economico per il nostro paese proveniente dal riciclo degli imballaggi sono pari a 10,5 miliardi di euro. Il sistema Conai ha inoltre generato quasi 90mila occupati (dato 2009) dimostrando come questo settore, nonostante la crisi economica in atto, posso rappresentare un nuovo motore per lo sviluppo dell'industria del riciclo e dell'occupazione e una risorsa per l'ambiente nel nostro paese; il riciclo in Italia oggi conta circa 3700 aziende di raccolta e gestione dei servizi di igiene urbana, 3600 centri di selezione e trattamento dei rifiuti e 170 impianti di riciclo.

GESTIONE DEI RIFIUTI 
Il Conai per quanto riguarda il futuro punta quindi a potenziare ulteriormente la raccolta differenziata promuovendone la qualità per aumentare la quantità di materiale recuperato, ma allo stesso tempo di prevenire l'impatto ambientale degli imballaggi promuovendo attività di sensibilizzazione. A lungo termine il nostro paese dovrà anche affrontare i nuovi obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sui rifiuti del 2008 sul riciclo nei materiali entro il 2020; il sistema di gestione degli imballaggi realizzato in Italia potrebbe rappresentare un utile modello di riferimento per gli altri paesi europei.

Biorobot Refrigerator

Progettato da un giovane russo, Yuri Dmitriev, classificatosi al secondo posto all'Electrolux Design Lab 2010, il Biorobot Refrigerator è il prototipo di un frigorifero di nuova generazione; 4 volte più piccolo di un frigorifero normale, la sua caratteristica principale è quella di non necessitare dell'approvvigionamento energetico mostrando quindi grandi doti ecologiche.

La struttura consiste in una grande "cornice" profonda contenente un gel di colore verde dove verranno inseriti i cibi, gli alimenti infatti non si ripongono sugli scaffali ma sono avvolti dal gel ognuno nel proprio bacello; il raffreddamento avviene proprio grazie a questo speciale gel detto Biopolymer, inodore e non appicicoso, che assorbe il calore dai cibi mantenendoli alla temperatura ottimale. Il processo fisico che permette il funzionamento di questo speciale frigo si chiama Luminescenza; consiste appunto nell'assorbimento del calore dai cibi, sotto forma di raggi infrarossi, da parte di una colonia di biorobot meccanici contenuti nel gel, che poi lo irradiano all'esterno sotto forma di raggi di lunghezza d'onda diversa.

Per quanto riguarda gli aspetti pratici questo speciale gel non sporca nè lascia residui, ha straordinarie capacità espandersi e cambiare forma per accogliere i cibi; inoltre è un ottimo isolante, per questo motivo non è necessaria la porta che invece in un normale frigo condiziona molto il consumo di energia, basti pensare che ogni volta che apriamo la porta poi il frigo lavora per ripristinare la temperatura ideale.
Naturalmente il prototipo non è in produzione e forse mai lo sarà ma è sempre un passo avanti verso una generazione di elettrodomestici a consumo energetico basso o addirittura nullo.

domenica 6 novembre 2011

Smart Forvision

Presentata all'ultimo salone di Francoforte, questa concept anticipa le soluzioni tecniche e stilistiche della terza generazione di Smart Fortwo: si chiama Smart Forvision, è elettrica al 100% ed è stata realizzata in collaborazione con BASF, nota azienda del settore chimico che ha creato le componenti in plastiche speciali.


La prima novità di questa Smart sta nel nuovo tetto dotato di aperture trasparenti esagonali che lasciano passare la luce ma allo stesso tempo producono energia come dei pannelli solari; si tratta infatti di celle composte da un particolare colorante chimico che si attiva coi raggi solari e permette di produrre energia a sufficienza per attivare i componenti multimediali e tre ventilatori posti nell'abitacolo così, quando l'auto si trova ferma sotto il sole, il sistema di aerazione funziona grazie al fotovoltaico.
Inoltre aprendo le porte o con un pulsante queste celle, dette OLED (diodi luminosi organici), si accendono illuminando l'abitacolo e consumano meno della metà rispetto alle lampadine a basso consumo energetico.

La Forvision ha nuovi cerchi in materiale plastico, contenenti fibre di rinforzo, che pesano solo 3kg; la cellula di sicurezza tridion e le porte sono fatte di resina epossidica rinforzata con fibre di carbonio, tutto questo permette di ridurre il peso del 50% rispetto all'acciaio e del 30% rispetto all'alluminio.
Anche i sedili sono innovativi: fatti di un guscio in materiale sintetico autoportante e rivestiti di tessuti elettronici che sostituiscono il sistema di riscaldamento dei sedili grazie alla conduzione.
 BASF poi aggiunge una pellicola innovativa che riflette i raggi infrarossi e che protegge parabrezza e finestrini dal sole contribuendo a creare un clima piacevole all'interno dell'abitacolo; i materiali espansi inseriti nei pannelli della carrozzeria mantengono la vettura fresca d'estate e calda d'inverno isolandola dal freddo.

L'obiettivo di questa autovettura è quindi quello di risparmiare energia, grazie ai pannelli solari e alla diminuzione di peso offerta dai materiali innovativi, allo scopo di aumentarne l'autonomia fino al 20%; l'autonomia, oltre ai prezzi ancora proibitivi, è infatti il problema che ritarda il successo di queste vetture sul mercato.

venerdì 4 novembre 2011

RIFIUTI: la raccolta pneumatica

Dal 15 ottobre in Francia quattro quartieri della cittadina di Romainville  hanno detto addio ai classici cassonetti per la raccolta dei rifiuti, ora sostituiti da più di cento colonne grigie; si tratta della raccolta dei rifiuti ad aspirazione pneumatica, una soluzione radicale ma molto efficace già utilizzata in molte città del nord europa: a Stoccolma esiste dal 1971 e a Barcellona dal 1982.

I cittadini al posto dei cassonetti trovano queste colonne disposte a coppie dove in una si getta l'umido e nell'altra  i materiali riciclabili, i rifiuti vengono stoccati all'interno di queste colonne per circa 12 ore e poi vengono aspirati pneumaticamente sotto terra da dei grossi tubi situati alla profondità di circa 2m che trasportano i rifiuti alla velocità di 70 km/h per qualche km fino al punto di raccolta; qui i rifiuti vengono compattati tramite vuoto pneumatico in container di grandi dimensioni che verranno poi trasportati alla destinazione finale (riciclaggio,compostaggio). Questo processo avviene completamente in automatico, l'intero sistema è infatti gestito da un software che ne verifica lo stato di carico e comunica con la centrale di controllo; il processo è quindi silenzioso, inodore e non necessita della mobilitazione di mezzi di trasporto pesanti e inquinanti.


Per i cittadini francesi non c'è stato alcun aumento della tassa di rifiuti, anzi si prevede che risparmieranno circa 120 euro l'anno; il costo dell'operazione è stato di 10,8 milioni di euro di cui solo 2,8 a carico dei cittadini grazie agli incentivi statali. Considerando i costi aggiuntivi della costruzione dell'impianto in zone già costruite, in una qualsiasi città italiana l'impianto si ripagherebbe con la sola tassa dei rifiuti, perché mediamente raccogliere una tonnellata di rifiuti col sistema tradizionale costa 100 euro mentre con quello pneumatico sol 60!

Un solo impianto pneumatico può servire un bacino di utenza di 25mila abitanti ed inoltre migliora il senso di responsabilità dei cittadini verso la raccolta differenziata: la presenza delle colonnine dà l'impressione che la differenziazione sia definitiva e ciò determina un elevato grado di qualità della raccolta.
Oltre ai vantaggi economici ci sono sicuramente quelli ambientali: l'assenza dei camion per la raccolta significa meno emissioni di CO2 nell'atmosfera, e un miglioramento della raccolta differenziata significa più riciclo e meno rifiuti nelle discariche. Solo vantaggi quindi da queste colonnine colorate che a differenza dei cassonetti migliorano anche l'immagine dei nostri quartieri.